Il Tutto dall’Uno – l’Arte di Franco Natalini

Un’esplosione di colori e di forme, un magma vitale, a tratti infernale, in cui riconoscere figure umane, volti, espressioni, spesso deformate. Ma anche oggetti e concetti astratti, impersonati da simboli matematici o lettere dell’alfabeto. Le vorticose opere di Franco Natalini raccontano la storia dello Zero: quel luogo e insieme quel momento che originò l’Universo.

Il Tutto dall’Uno – di Franco Natalini – in mostra dal 18 marzo al 17 aprile 2015 – Spazio del Sole e della Luna, Milano – Inaugurazione mercoledì 18 marzo ore 18.00 – Ingresso libero.

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Ogni singola particella della materia esistente nacque nell’ancestrale esplosione e condivide ancora oggi il ricordo del momento primario, il famoso Big Bang: uno spettacolo in cui tutti eravamo in prima fila e l’applauso conclusivo coincise con l’ouverture. Anzi, fu colonna sonora intera. Agli orecchi più sensibili, alcune note risuonano ancora adesso, nel tempo presente: è proprio il “ricordo comune” di un origine condivisa a costituire quella rete invisibile che collega a livello profondo ogni cosa esistente.

La moderna fisica quantistica, infatti, conferma oggi le percezioni sottili dei mistici di ogni tempo. E l’Arte può fare da perfetto ponte: una sintesi poetica fra scienza e spiritualità, che parla attraverso canali emozionali e visivi. Franco Natalini accetta la sfida e da anni si fa ambasciatore di tale importante messaggio attraverso una sperimentazione tecnica continua.

Il suo linguaggio visivo evolve negli anni, e il rinnovamento interviene a rinfrescare anche lo stile delle ultimissime opere, nonostante l’età matura stia iniziando a generare una disillusione personale per le sorti dell’umanità. La fuga centrifuga rispetto al centro iniziale è, secondo Natalini, in triste accelerazione. Ci si allontana da una centratura personale in direzione di una dispersione di idee e intenzioni. Così crescono lo smarrimento e il dubbio che caratterizzano la società attuale. Non solo: ci si allontana inesorabilmente anche gli uni dagli altri, in uno sfaldamento generalizzato di gruppi, famiglie, comunità.

I calcoli astronomici dimostrano che l’universo è in espansione: ogni galassia si allontana sempre di più da tutte le altre. Un’evidenza cosmica, questa, che Franco Natalini conosce da tempo, intuitivamente. Non ha bisogno di richiamare le lontane “memorie comuni” dell’Ora Zero: è sufficiente riportare alla mente i tempi della sua infanzia trascorsa a San Giovanni Profiamma, piccola frazione di Foligno. Le persone erano più vicine; umanamente più “connesse”. Era forte il senso di appartenere a una stessa comunità e la solidarietà era un sentimento naturale e quotidiano, di chi comprende che il proprio bene coincide con quello dell’ambiente in cui vive.

Ma una consolazione è forse possibile; disponibile nei concetti di Relatività e Indeterminazione, anch’esse nuove enormi conquiste della fisica moderna. Natalini le conosce a fondo e sa bene di essere inserito nello stesso cosmo che intende rappresentare. Potrebbe dunque scoprire, un giorno, che la deforme bruttezza che egli intende assegnare agli esseri volteggianti nelle sue immagini esplosive, ad altri occhi non appare affatto. Ciò che per lui è disordine e degenerazione, ad altri può apparire come una danza evolutiva verso una nuova forma, differente da quella passata, ma ugualmente bella. La mutazione è necessaria ed è già in divenire: se l’universo si espande, l’umanità si fa certamente più rarefatta; ma anche per questo consapevole della necessità di sviluppare nuove modalità per “restare connessa”.

Spazio del Sole e della Luna – via Ulisse Dini, 7 – Milano (MM2 Abbiategrasso) – Da lunedì a giovedì ore 10-18; venerdì ore 10-13; sabato e domenica chiuso.